Ritrovato il porto cartaginese di Tharros


Arriva dalla Sardegna la notizia di un'importante scoperta che vede coinvolti gli archeologi subacquei dell'Università di Sassari. Sarebbe stato infatti individuato l'antico porto cartaginese di Tharros, sommerso in meno di mezzo metro d'acqua nello stagno di Mistras.
Di seguito, la notizia, riportata da Claudio Zoccheddu per "La Nuova Sardegna" e visibile online all'indirizzo:
http://lanuovasardegna.repubblica.it/dettaglio/Tharros-riaffiora-lantico-porto-cartaginese/1519265?edizione=EdRegionale

Tharros, riaffiora l'antico porto cartaginese

CABRAS. Il mistero del porto di Tharros potrebbe presto essere svelato. La Soprintendenza per i beni archeologici della Sardegna, in collaborazione con le università di Sassari e Cagliari, ha sposato l'idea che il vecchio scalo della città di Tharros fosse ubicato all'interno di quella che ora è la laguna di Mistras.
Un'ipotesi affascinante che spiegherebbe per quale motivo gli archeologi che hanno riportato alla luce le rovine di Tharros non erano mai riusciti a stabilire con esattezza dove si trovasse lo scalo marittimo della città. E dire che la probabile risposta era sotto gli occhi di tutti, ad appena trenta centimetri sotto il livello dell'acqua dello stagno di Mistras, un tempo mare aperto. Infatti, nel 2003, la dottoressa Carla Del Vais, curatrice del museo cabrarese, a seguito di un'indagine sul territorio finalizzata alla compilazione di una carta archeologica dettagliata della zona di Cabras, si era imbattuta in una struttura monumentale lunga più di cento metri e larga quattro.
Nessun mistero, la costruzione non era era infatti sconosciuta a tutti, ma nota a molti pescatori della zona e visibile a chiunque capitasse dalla parti di Mistras quando non soffiava il maestrale. Quella che tutti chiamavamo "Sa strada de Mistras" potrebbe essere in realtà una banchina o un molo del gigantesco porto della città di Tharros.
Una sensazione confermata dai ritrovamenti degli allievi del corso di archeologia subacquea dell'università di Sassari, coordinati dai professori Pier Giorgio Spanu e Raimondo Zucca, effettuati su una spiaggia fossile a pochi metri dal presunto molo di matrice punica.
Molti cocci ma, per la verità, decisamente malridotti che secondo gli studiosi sarebbero utili a dimostrare la presenza di laboratori artigiani e di una notevole operosità proprio a ridosso della zona dove si pensa fossero concentrate le attività del porto. Inoltre, Raimondo Zucca ha parlato dell'esistenza di una cava sommersa intagliata nella pietra arenaria, ulteriore particolare che farebbe propendere per l'idea che Mistras fosse l'antico porto di Tharros dato che i cartaginesi pare fossero soliti realizzare i porti solo dopo averli scavati nella pietra.
Ad ogni modo, entro la fine dell'inverno se ne saprà di più. La dottoressa Carla Del Vais ha infatti ottenuto l'autorizzazione per effettuare alcuni scavi nel Sito di interesse comunitario dello stagno di Mistras. I misteri del passato hanno dunque i giorni contati, proprio come il corso di laurea in archeologia subacquea che viene portato avanti dall'università di Sassari nella sede staccata di Oristano. I 35 studenti attualmente iscritti potrebbero essere gli unici a completare gli studi dato che presto il corso potrebbe chiudere i battenti. Anche se, gli esponenti della politica locale hanno auspicato che questo non accada. Sull'argomento sono intervenuti, oltre agli archeologi, il sindaco di Cabras, Cristiano Carrus, e il presidente della Provincia, Pasquale Onida, che ha annunciato una prossima visita a Oristano dei ministro della Cultura e dell'Istruzione, Sandro Bondi e Maria Stella Gelmini, ai quali sarà chiesto, anche alla luce delle recenti scoperte relative al porto di Tharros, di mantenere in piedi il corso di laurea in archeologia subacquea.
(26 settembre 2008)

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