La Francia è pronta alla ratifica della Convenzione UNESCO

Ottime notizie per il futuro del Patrimonio Culturale Subacqueo: la Francia si aggiungerà presto al gruppo degli Stati che hanno ratificato la Convenzione UNESCO del 2001, impegnandosi a rispettarne i principi e ad adeguare la propria legislazione in accordo ad essi. 
Fonti interne al DRASSM, il  dipartimento francese di ricerche archeologiche subacquee, danno la notizia per imminente, sottolineando che l'importante ratifica giunge al termine di una lunga negoziazione tra tutti i Ministeri coinvolti nella decisione, e che la firma avverrà con approvazione unanime. 

Si tratta di un grande passo avanti nel percorso comune, intrapreso nel 2001, verso la salvaguardia del passato sommerso. La Convenzione (il cui testo può essere letto integralmente collegandosi a questo link ), redatta a Parigi dodici anni fa, entrata ufficialmente in vigore il 2 gennaio del 2009, ratificata ormai da 41 Paesi, da Panama (2003) alla Palestina (2011) passando per Spagna, Portogallo, Messico, Croazia, Italia (2009) [a questo link la lista completa degli Stati firmatari], è un testo maturo e completo, frutto dell'esperienza legislativa precedente e delle novità degli ultimi anni, che sancisce in maniera chiara e univoca concetti chiave, dalla definizione stessa di Patrimonio subacqueo, alle disposizioni per una corretta conservazione dei siti sommersi, alle direttive sulle professionalità che possono essere coinvolte nei cantieri sottomarini, fino alle spinose questioni della proprietà dei relitti e delle relazioni internazionali intorno agli stessi. 

La Francia è un Paese di primissimo piano sul panorama mondiale dell'archeologia subacquea: grazie a una tradizione di ricerche lunga e costellata di grandi scoperte, alla presenza di centri di eccellenza per l'archeologia navale, all'apertura verso l'innovazione e le sfide del futuro, con avanzatissimi progetti di archeologia in acque profonde, il Paese transalpino è da decenni un punto di riferimento e un modello, nel campo della ricerca come in quello dell'archeologia preventiva. L'assenza francese nel gruppo degli Stati firmatari era, insomma, un'anomalia che doveva presto finire. 

Con la ratifica da parte della Francia, il Mediterraneo diventa un mare sempre più chiuso, per i cacciatori di tesori: Spagna, Italia, Croazia, Marocco, Libia, Libano, Montenegro, Slovenia, Tunisia, Albania, Palestina, hanno già intrapreso con decisione la strada indicata dall'UNESCO; per chiudere il cerchio, dopo la Francia, toccherà ad Algeria, Egitto,  Israele, Siria, Turchia e Grecia, per gran parte Paesi già da anni attivi in ricerche archeologiche subacquee. 



Il Mediterraneo: in verde i Paesi che hanno firmato la Convenzione del 2001

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